01/04/15

petals


Sono quasi le dieci quando, cambiatasi e pronta a lasciare l'ufficio, il sistema cortex fisso segnala l'arrivo di una holo-chiamata da un contatto che non le è sconosciuto. Se sulle prime è tentata di non riceverla, riflette che - a quell'ora - potrebbe trattarsi di qualcosa di rilevante sulle indagini che la hanno allontanata da Xinhion. Inspira a fondo, si siede alla scrivania e prende la chiamata.


Derek, a parsec di distanza, riceve l'immagine olografica del mezzobusto di una donna che sembra avere ancora trentatré anni. Indossa un abito elegante, da sera, ha gli occhi truccati e le mani sottili poggiate sulla scrivania. Lui ha invece i primi bottoni della camicia slacciati, la cravatta allentata. Sta bevendo bourbon. Declan lo annota, ma non dice nulla a riguardo: se vuole ignorare i suoi problemi cardiaci, non sarà certo lei a ricordarglieli.

- Perdonami. Stavi uscendo?
- Ero sulla porta.
- Non ti tratterrò molto, ma ho considerato che non ci sentivamo da tempo.
- Mi hai mandato un messaggio cinque giorni fa.
- A cui non hai risposto.
Nella voce di Derek non c'è rimprovero: la freddezza che talvolta coglie sua moglie lo trova abituato e l'ha, in passato, anche divertito. Sono ormai anni che le cerca addosso spiragli di umanità, ma non trovarne non l'ha mai turbato. Studia Declan come si studierebbe un meccanismo, ed è sicuro che l'analisi sia ricambiata.
- Avrei bisogno della tua presenza tra una settimana: siamo stati invitati alla presentazione della primavera teatrale del Teatro Repubblicano di Capital City.
- Sarò presente. 
- Pensi di potermi ospitare a casa tua o preferisci prenda un albergo?
- Sto ridecorando, c'è molto disordine: ti suggerirei un albergo.
E' una bugia, ma come al solito Derek ci mette qualche istante a individuarla. Non se ne risente troppo, limitandosi a rivolgerle un sorriso rammaricato.

- Non indossi l'anello.

Declan non ha bisogno di guardarsi le dita.
- Dubito ci sia qualcuno che non sappia del nostro matrimonio, Derek.
- Nonostante ciò.
Derek solleva la mano sinistra: all'anulare, la fede nuziale che hanno deciso di scambiarsi qualche settimana dopo il matrimonio, nonostante non fosse nella tradizione di Xinhion.
- Fammi sapere quando arriverai esattamente.
- Lo farò senz'altro. Ti auguro buona serata.
- A te. 
Declan è la prima a chiudere la chiamata. Si alza, indossa il cappotto, guarda il c-pad: ha ancora dieci minuti. Raggiunge il tavolino su cui è poggiato il vaso contenente il prezioso fiore autentico regalatole da una Yiji. Ricorda a memoria le istruzioni sulla sua cura, prima tra tutte: annaffiarlo due volte al giorno. Appena arrivata in ufficio, prima di uscirne. Ne sfiora i petali delicati con le dita, sentendone la consistenza liscia. Si porta le dita al viso, cercando di individuarvi l'odore del fiore. Ne osserva la terra, lo stelo resistente. Ne sistema la posizione, ruotando appena il vaso esattamente al centro del tavolo.

Esce quando mancano ancora cinque minuti all'appuntamento, senza averlo innaffiato.

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