02/11/12

twenty items

Declan Khan arrivò al suo appuntamento settimanale perfettamente in orario. Era il secondo terapeuta che cambiava nel giro di due anni, e a breve avrebbe dovuto riprendere i contatti con quello di Capital City. Adam Naday era indubbiamente il professionista più stimato e più costoso di tutta Sadrany, ma lei ci aveva messo almeno otto sedute ad abituarsi a lui. Ritornare sui ritmi e il tenore intellettuale di Simon Harberg avrebbe richiesto altri sforzi. Riflettè riportando alla memoria le differenze culturali tra i due uomini. Harberg aveva due lauree e una formazione preuniversitaria prettamente umanistica. Il suo approccio alla terapia era principalmente emozionale, ma le sue chiacchiere retoriche erano splendidamente condite dalla sua vasta cultura. Utilizzava spesso aneddoti complicati, che Declan aveva imparato a sciogliere solo dopo un po'. La poca chiarezza della sua terapia l'aveva infastidita, a volte, ma l'interesse per i suoi complicati indovinelli psicologici l'aveva spinta a tornare ogni settimana. Naday era completamente diverso. Il suo approccio era tecnico, il suo strumento la logica. Se Harberg si dilungava in un approccio maieutico, Naday viveva ogni deduzione come una sua personale conquista. Alcune sedute erano sembrate una sfida a chi fosse più intelligente. Ma Declan, ormai, si era abituata, e tornare a doversi adattare agli stancanti sproloqui di Harberg le sembrava un'idea insopportabile. Entrò nello studio alla fine di quel pensiero.

"Dottor Naday."
"Miss Khan, buonasera. Come sta oggi?"
"Discretamente. Lei, invece?"
"Non male, la ringrazio."


Declan si tolse il cappotto e sedette al lato del divano, come al solito vicina alla finestra. Naday versò due bicchieri d'acqua liscia e gliene porse uno, andando poi ad accomodarsi sulla sua poltrona.

"Vogliamo riprendere da dove ci eravamo interrotti l'ultima volta?"
"Se così crede, certo."


Continuarono quindi a parlare di Roberts. Roberts era stato il primo di una lunga serie di analisti assegnati al progetto Deep Mind che Declan aveva fatto licenziare. Tutti uomini giovani e da poco assegnati al progetto, scarsamente adeguati ai carichi di lavoro che esso richiedeva e poco disposti a fare sacrifici. Di tutti, Roberts era probabilmente l'unico che si sarebbe potuto salvare. Aveva le spalle più coperte di altri, era più bravo di altri. Aveva avuto una serie di intuizioni interessanti che avrebbero potuto dare una svolta al progetto e che facevano spesso soprassedere sulla sua condotta non esemplare in materia di orari di lavoro. Ma non la rispettava. Dal quando l'ex CEO della Blue Sun Capital City aveva messo piede nella base, aveva insistentemente mirato a minarne l'autorità.

"Provocai un crash temporaneo dei server e fabbricai delle prove che dimostravano la sua responsabilità" si ritrovò a dire dimenticandosi di dare la giusta intonazione rammaricata alla voce. Si guardava le unghie, mentre parlava, e rifletteva ancora su Deep Mind. Erano mesi che non pensava ad altro. Anche mentre faceva altre cose.
"Quale fu la sua reazione?"
"Non ero presente quando fu mandato via, ovviamente. Mi riferirono tuttavia che non fu un passaggio... semplice"
"E lei, invece? Come si sentì?"
"Normalmente, suppongo"
"Ha accennato al fatto che quest'uomo, Roberts... fosse un analista in grado di dare qualcosa al progetto. Non pensò che il suo allontanamento avrebbe potuto danneggiare il progetto?"

"Brevemente. Ma valutai che il mio apporto avrebbe potuto sostituirlo facilmente"
"Non era così bravo, quindi?"
"Non quanto me"
"Non prova rimorso?"

"Dovrei? Qualsiasi persona cerebralmente normodotata avrebbe capito ciò a cui andava incontro"
"Quindi ritiene che Roberts si sia meritato ciò che gli è accaduto?"


Declan Khan alzò lo sguardo chiarissimo su di lui, illuminata da un'intuizione, o forse da uno spiacevole senso di deja-vu. Naday la vide farsi improvvisamente più rigida e più tesa, come una preda che ha intravisto il proprio predatore tra i cespugli. Imprudentemente, andò avanti sulla stessa strada.

"Non temette di essere scoperta dai suoi altri colleghi?"

Declan sorrise in maniera sottile, sarcastica.

"Dovrebbe forse trovare un modo più discreto"
"Mi scusi?"
"Venti items, otto legati al fattore uno. E' riuscito a confermare con quattro domande il secondo, il terzo, il quinto, il settimo e l'ottavo"
"Lei ha familiarità con il PCL-R?"

Declan sbuffò un sorriso sarcastico e spostò lo sguardo di lato.

"Lei è a conoscenza della sua condizione? Le è stata già diagnosticata prima d'ora?"

Declan si alzò in piedi, con l'improvvisa urgenza di uscire da quello studio. Naday si alzò dopo di lei.

"Miss Khan, la prego... ritengo che dovremmo parlarne più a fondo, pensare ad un percorso di..."
"Mi faccia il piacere"
"... un percorso di cura, magari affiancare alla terapia una prescrizione che..."
"E' la mia ultima seduta con lei"
"Miss Khan..."


Ma non volle sentire ragioni. Uscì rapidamente dello studio e invece di aspettare l'ascensore prese le scale. Tornare a Capital City si era improvvisamente trasformata in un'impellente esigenza. Avrebbe prenotato il viaggio quella sera stessa.

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