01/02/13

for I don't love you and never will


Si era già fatta una doccia, asciugata e vestita. Mentre si sistemava il trucco del giorno prima aveva chiamato miss Postma, avvertendo che si sarebbe presa la mattinata libera, e Rothman, per dirgli di andare a prenderla alle nove e trentatré presso il Xù Hotel di Capital City. Ciò le dava circa trenta minuti per fare colazione e sentire il notiziario delle nove. Nella sala da pranzo della splendida sultan suite arredata in rosso e oro, trovò insieme alla colazione Derek Bark, con gli stessi pantaloni di seta che aveva utilizzato per dormire. Evitò di mostrare il disappunto, ma capì subitaneamente che le avrebbe fatto perdere tempo sulla tabella di marcia che si era figurata.

"Hai dormito bene?". Derek le sorrise versando il tè con poca delicatezza. Era solo uno dei molti movimenti di cui non coglieva minimamente la sfumatura rituale, profanandolo con il pragmatismo un po' becero di chi è cresciuto lavorando nello spietato business delle news e poi dell'imprenditoria. Nonostante ciò, l'intenzione era indubbiamente galante. I mix di elementi contrastanti erano sempre piaciuti a Declan, e indubbiamente le piaceva il mix particolare di Bark.

"Ottimamente, ti ringrazio"
"Quanto zucchero nel tè?"
"Senza"

Le passò la tazza soltanto, ignorando totalmente il piattino, che lei si procurò da sola.

"Il disordine ti infastidisce, non è così?"
"Non è così"

Declan sorrise in modo sfuggente, senza guardarlo. Lui invece rimase ad osservarla per un po', con un sorriso storto tagliato sulle labbra sottili. Qualcosa in lei riusciva a mantenerlo costantemente intrigato e partecipe. Si sedettero entrambi.

"Ho una proposta da farti, e vorrei che mantenessi una mentalità il più possibile aperta a riguardo, lasciandomi parlare prima di rispondere"
"Un'altra nuotata con gli squali?"
"Non è ciò che facciamo entrambi da anni?"

Declan sollevò gli occhi su di lui, attenta.

"Come già sicuramente saprai, sono vedovo da circa dieci anni, e i miei figli sono adulti, con famiglie proprie e lavori indipendenti. Conduco una vita attiva e lavoro intensamente, nonostante a questo punto della mia carriera potrei sedermi e passare le giornate a guardare tutto ciò che ho creato arricchirmi fino all'eccesso."

Declan poggiò cautamente la tazza sul piattino, girandola in modo che il manico si trovasse alla sua destra.

"Nonostante ciò, ammetto che talvolta gradirei avere un diverso tipo di compagnia. Negli ultimi anni ho provato ad instaurare relazioni con tipi vari di donne che alla fine si sono rivelate più interessate al mio patrimonio che alla mia compagnia. Come, in parte, è naturale che sia".

Declan prese un respiro profondo. Accavallò le gambe e spinse il busto appena indietro, con l'improvvisa esigenza di allontanarsi da quella conversazione il più rapidamente possibile.

"Ti vedo spaventata"
"Vorrei che arrivassi al punto, Derek"
"Ti sto proponendo di sposarmi."


Lei alzò gli occhi al cielo per ostentare una certa esasperazione. Si alzò in piedi con una certa fretta e diresse verso la porta d'uscita della stanza. Derek sorrise e le andò dietro, mettendosi sulla sua strada. La bloccò afferrandola delicatamente per le spalle. 


"Non mi hai lasciato finire"
"Non ho tempo da perdere dietro queste cose, Derek"
"Permettimi di spiegarti: non ti sto promettendo amore eterno. Ti sto solo chiedendo di sposarmi"

Quel curioso modo di formulare la questione riagganciò la sua attenzione. Alzò gli occhi chiari su di lui, aspettando.

"Cerco una compagnia, Declan. Qualcuno con cui passare piacevolmente il mio poco tempo libero, che mi accompagni agli eventi ufficiali e che non mi crei i problemi alla lunga inevitabili in un tipo di relazione che il resto del mondo definirebbe funzionale. Nessuno di noi due avrebbe obblighi di fedeltà, ma solo di discrezione."

Declan ci pensò un attimo. La razionalità dell'analisi l'aveva in qualche modo messa di nuovo a proprio agio. Inspirò a fondo.

"E io cosa ne guadagnerei?"
"Un terzo dell'eredità che lascerò, e tutti i miei contatti lavorativi."
"Ti aspetti che lasci il mio lavoro a Capital City?"

Derek rise.

"Declan, mi vuoi dire che non hai già puntato il posto di Gentry?"
"Gentry si dimette da CEO di Lòng City. Io sono CEO di Capital City. Perché dovrei volere il suo posto?"
"Perché è più vicino a Carter. E perché il settanta percento di CEO di Lòng City sono stati poi promossi al Board of Directors presieduto da Carter. Ho una villa splendida a Lòng City. Se non ti piace, posso comprarne una più grande."

Declan scosse piano il capo.

"Ho fatto i miei compiti" le assicurò lui.

Rimasero in silenzio per un po', finché non fu lei ad alzare il capo verso di lui.
"Io non ti amo" chiarì con una certa urgenza.

Derek sollevò le spalle. "Neanche io". 
"Non è una cosa che cambierà col tempo: non ti amerò mai"

"La qual cosa un po' mi ferisce, ma - suonava ironico - I can live with it". 

Si umettò le labbra.

"Ho bisogno di un paio di giorni per pensarci"

"Tutto il tempo che vuoi. E ora... - allargò un braccio verso il tavolo - adorerei la tua compagnia per il resto della colazione".

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