20/02/13

contracts and coffee




Declan appose la sua firma digitale e inoltrò l'accordo prematrimoniale a Derek perché facesse lo stesso. Lui lo ricevette sul suo tech reader e lo firmò con un sospiro rassegnato.

"Il tuo avvocato ha spaventato il mio avvocato" segnalò con leggerezza.
"L'ho assunto appositamente per le doti intimidatorie" si sentì rispondere con ironia.

Lui sorrise elegantemente.

"Sbrigati gli obblighi contrattuali, direi di parlare delle altre questioni relative" propose lei.
"Mi sembra giusto"
"Come ti avevo già accennato, farei la cerimonia a in un'area che ho già selezionato e che penso troverai pittoresca, con il rito tradizionale del pianeta"
"Il rosso ti starà splendidamente"
"Il matrimonio sarà un'occasione per cementificare i rapporti d'affari, aprendo ad elementi esterni ad amici e familiari. Non potendo fare una cosa per soli intimi, direi di fare le cose in grande. Duecento invitati a testa?"
"Se ne ho duecento e uno?"
Lei sollevò un sopracciglio. "Duecento e uno invitati a testa, allora."

"In fondo credo che me ne basteranno duecento"

"Bene. Affiderò l'organizzazione alla Casa di Lòng City, in modo da iniziare a costruire i rapporti anche con loro. Tra i miei invitati figureranno vari membri della Casa di Horyzon, per cui ti suggerirei di avere anche dalla tua parte degli individui di uguale rilievo"
"Li divideremo per colore?"
"Scusami?"
"Potremmo dare un badge rosso ai tuoi e uno blu ai miei, e renderlo il tema del matrimonio. Dividere i tavoli con tovaglie blu e tovaglie rosse, le portate..."
Declan sbuffò un sorriso a metà e scosse appena il capo, rassegnata "Ti stai divertendo?"
"Un po'" confessò lui. Si infilò una mano nella giacca ed estrasse una scatolina di velluto blu, che spinse con due dita sul tavolo fino a mettergliela davanti. Osservò con un certo compiacimento il suo modo di prenderla, aprirla e osservarla con un cipiglio analitico e distaccato.
"E' un bell'anello" dovette concedergli. Il diamante koroleviano brillava al centro in maniera non ostentata, sostenuto da una struttura in oro bianco appena asimmetrica ma sobriamente elegante e dal design moderno.
"Guardami, per favore"
Declan lo guardò.
"Ho una certa età, ho fatto parecchie cose in vita mia. Non ti distoglierò dalle tue cose e non verrò meno agli accordi. Ma vorrei che ti divertissi. - ritrattò - che ci divertissimo"
Declan ci pensò qualche istante. Colse l'anello dalla scatolina di velluto e se lo infilò all'anulare sinistro. Le stava alla perfezione.
"Ho fatto fare delle ricerche su di te - si sfilò l'anello abbastanza rapidamente, riponendolo nella scatolina - immagino che tu ne abbia fatte su di me"
"Immagini bene. Vuoi chiedermi cosa ho trovato?"
Lo guardò sollevando appena il mento, con una fierezza elegante. Derek sorrise in modo storto e sfacciato, rispondendo placidamente.
"So che vai in terapia ogni venerdì sera, puntuale come un orologio, il ché mi ha fatto ben sperare sulla tua costanza negli impegni presi. So della tua gioventù burrascosa, so che i tuoi genitori fecero cancellare i tuoi nomi dai verbali riguardanti un incidente in cui un ragazzo rimase ferito con un colpo d'arma da fuoco e che poco più di dieci anni fa sei stata bandita a vita da Maoyi, seppure i motivi siano piuttosto fumosi."
Lei inspirò a fondo.
"C'è altro che dovrei sapere?"
Finse di rifletterci e poi scosse il capo. "No", mentì. 
"Hai pensato alla casa?" continuò lui, ugualmente sciolto. Prese il boiler e riempì due tazze di acqua bollente, lanciandovi poi all'interno due dadi di caffè istantaneo. Mise nel gesto una certa destrezza.
"Ho fatto il tour virtuale della tua, e ho concluso che dovremmo comprarne un'altra. Ho fatto delle ricerche e ne ho selezionate tre che penso facciano al caso nostro. Ti suggerirei di valutare in particolare la seconda: è fatta in un modo che ci permetterà una perfetta divisione degli spazi, pur tenendo un salone, la cucina e il soggiorno in comune"
"Le guarderò questa sera".

Lui spinse la tazza verso di lei con la massima delicatezza. Lei lo guardò in viso appena interrogativa.

"Non ho detto di volere caffè"
"Ne sei sicura? Mi è sembrato che lo volessi..." rispose lui in modo vago, quasi distratto.

Declan lo osservò ancora in silenzio, per un momento lunghissimo. Si alzò in piedi e prese la scatolina di velluto, riponendola nella borsetta.

"Ci riaggiorneremo questa sera sulla casa - decise con la solita asciuttezza - buona giornata, Derek".
"Buona giornata, Declan".

Se ne andò lasciando il caffè esattamente al suo posto.







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