21/03/13

ordinary day


Derek bussò con delicatezza alla porta, poi entrò spingendola con la spalla mentre teneva in equilibro, su un vassoio, due tazze di fine porcellana coperte, sui rispettivi piattini.

Declan guardò oltre l'holo-proiezione centrale al suo ampio studio vuoto, raffigurante i progetti tridimensionali di una classe Hephaestus. Lavorava a una versione ridotta, in grado di esternalizzare più funzioni possibili. Si tolse gli occhiali e li poggiò sul tavolino, osservando suo marito incuriosita.

"Acqua di sorgente proveniente da Greenfield, lasciata riposare un'ora" iniziò l'uomo. Erano le cinque del pomeriggio di Domenica, e indossava gli abiti del polo. Lei aveva deciso di rispettare il giorno di riposo e rimanere a casa, dove poteva lavorare con tranquillità. Pendragon, il grande felino dal mantello violaceo, riposava ai piedi di uno dei divani.

"Portata all'ebollizione - continuò Derek - lasciata poi scendere a novanta gradi. Un cucchiaino di tè colmo per ogni dieci decilitri"
"L'hai fatto fare alla servitù?" chiese lei posata, ironica.
"Esclusivamente con le mie mani. Rimarrai sorpresa" sorrise, poggiò il vassoio sul tavolino e si accomodò tirandosi di poco su i pantaloni. Trovò sul bracciolo il telecomando del proiettore holografico. "Posso?", chiese cordialmente. Declan acconsentì e lui richiamò la proiezione a una serie di opere d'arte disposte in fila.

"Trovo quantomeno ingiusto che mi abbia lasciato il compito di scegliere il resto dell'arredamento" protestò lui pacatamente. 
"Ti ho fatto selezionare un pool di quindici opere da un mio scout di fiducia. Speravo nella tua sensibilità artistica"
"Pressoché nulla, lo sai bene"
"Appunto ho incaricato uno scout". Lei si chinò in avanti e prese una delle due tazze di tè. Tolse il coperchio e lo poggiò, sollevandola tramite il piattino. Ne sentì l'odore, ne prese un sorso, in piedi. Sembrava in effetti ottimamente preparato. "Ho bisogno di prendere in prestito Moore, domani"
"Rothman non si sente bene?"
"E' morto suo padre, gli ho dato due settimane libere per tornare a Meili. Domani faccio i colloqui per il sostituto, ma almeno la mattina mi servirà un autista"
Derek sollevò pensoso gli occhi al cielo. Inguaribilmente ineducato, aveva preso la tazza di tè per il manico, lasciando il piattino sul vassoio. "Serve anche a me, nella mattina. Possiamo accompagnarti al lavoro, però."
"Meraviglioso - accordò la donna - ho una riunione, dovrei riuscire a presentarti Alexander Fay, come mi avevi chiesto - sorrise impercettibilmente - è il mio più diretto concorrente per la promozione al CdA"
Derek annuì moderatamente, quasi distratto: "le sue dichiarazioni sul fallimento della Azaren Inc. sono l'ultima cosa che ci manca per fare uscire l'inchiesta - fece un ultimo sorso al tè, senza assaporarlo - vuoi venire con me al funerale di Aidan Ren?" il tono si era fatto appena più grave.
Declan corrugò delicatamente la fronte: "lo conoscevi?"
"Ho un discreto rapporto di amicizia con suo padre"
"Con Callum Ren?"
"Sì"
Declan ci pensò. "No, non voglio che leghi la mia immagine alla sfortunata dipartita del figlio. Preferirei farmi vedere con lui quando dovrò far credere a Carter che la Ren Technologies mi stia corteggiando". Finì il tè. Quando alzò lo sguardo sul marito, lo trovò particolarmente crucciato.
"Ni hài hao ma?" chiese perplessa.
"Mh. Sì, certo - confermò lui in inglese - sto benissimo - sospirò e si rimise in piedi - vado a farmi una doccia. Ti prego, traimi dalla sofferenza di dover scegliere i quadri" la implorò con garbo.
Declan annuì lievemente e lo lasciò andare via. 

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