08/02/12

Cosa viene poi?

"Lei sa sempre cosa fare, vero?"


Non proprio, ma mi piacerebbe. Mi piacerebbe, per esempio, sapere come ci si disincrosta da sotto le unghie il sangue seccato, e anche dai polsi, dai palmi delle mani e dall'interno degli avambracci. Ormai alla terza doccia, ho l'impressione che a breve la pelle stessa mi cadrà, ma il sangue mi resterà addoss

Non che mi dispiacqua, tutto sommato: il sangue ha l'odore di una cosa pulita, quasi disinfettata: è un buon odore, e me lo sento fin nelle narici da diverse ore. So che è un condizionamento: mi sono così riempita di sapone che non potrei sentire l'odore di cherosene se me lo spargessi addosso.

Cherosene: un metodo antico ma efficace. Se solo fossi in possesso di uno spazio sufficientemente grande ed isolato, potrei provare alcune cose. Conosco solo il fuoco controllato e innocuo e la progettazione delle esplosioni, senza però aver mai fatto effettivamente brillare niente. Vorrei farlo. Dovrei trovare un posto. Ho bisogno di adrenalina: stasera mi sono spaventata, e allo stesso tempo mi sono sentita viva. Stare di nuovo tra quattro mura sicure, per quanto sicuro possa essere Hall Point, mi fa chiedere se l'ampio ufficio del Blue Sun Building non sia più abbastanza.

Amo il mio lavoro, è chiaro, altrimenti non lo farei. Amo il mio lavoro perché mi consente di applicare le mie capacità, di rendere reali le mie migliori visioni, di essere riconosciuta per strada, di avere una posizione, uno status, un posto a capo tavola e abbastanza soldi da potermi permettere tutto ciò che voglio.

La macchina la uso poco, però. Ho una grande casa in cui torno solo a dormire, la possibilità di viaggiare, ma solo per lavoro. Non che voglia darmi all'avventura: è giusto che le cose abbiano un ordine, che ci sia una gerarchia.

Ma a volte mi fermo e me lo chiedo.

Mi chiedo quanti quintali di esplosivo sarebbero necessari per sfondare un vetro panoramico di uno skyplex, il numero di persone che verrebbero attratte dal completo nulla, perdendosi nell'infinito. Rifletto su quanto tempo sarebbe necessario ad un corpo umano per dissanguarsi del tutto dopo la recisione di un'arteria, fantastico sull'inizio di una nuova guerra che diminuirebbe di un terzo la razza umana, penso alla velocità di diffusione di un incendio cominciato su un pianeta verde in una stagione secca.

L'umanità non è fatta per l'ordine. Come quei tre spadaccini che poche ore fa hanno puntato le spade contro di me, gli uomini non possono fare a meno di chiedersi che significa? Cosa viene poi?

Niente. Alla fine non significa niente, e l'unica cosa che viene poi dipende dal modo in cui si viene seppelliti. Si può bruciare, ci si può seccare in una tomba di marmo o decomporsi rapidamente sotto terra. Ci illudiamo che la vita abbia un ordine, quando l'unica cosa che mantiene veramente le proprie proporzioni è la scienza.

Leggi, etichetta, società, governo, gerarchie: li rispettiamo solo perché siamo abituati, ci fa comodo, è una convenzione, una consuetudine. Ma basta una singola pesona che decida di non rispettarla perché ci crolli tutto addosso.

La vita è solo caos.
Grazie a dio, esiste l'ingegneria.

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