06/03/12

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Mi sono svegliata più tardi, più rilassata. Le stanze di Hall Point sono pressoché prive di arredamento, asettiche, impersonali. Mentre alcune persone le troverebbero scomode, io mi ci sento perfettamente a mio agio. Non ho mai amato l'arredamento, ho sempre preferito la funzionalità. Casa mia è tecnologia e vetri, metallo e codici. Il primo arredatore che mi fu consigliata, molto alla moda, aveva difficoltà a capire cosa volessi: il problema di chi si ritiene un artista senza averne il talento, è che difficilmente seguirà le istruzioni. Quando arrivò ad affermare che il soggiorno aveva palesemente bisogno di una statua di due metri raffigurante una giraffa di porcellana, lo licenziai e assunsi una ragazza timida, insicura, che realizzò tutto ciò che volevo esattamente come le spiegavo di realizzarlo. Divani neri, di pelle, dalle linee quasi quadrate. Nero, bianco e trasparenze: non esistono altri colori a casa mia.

Conosco il mio corpo. So quanto posso bere prima di iniziare a sentirmi più riflessiva, a volere cose che normalmente non vorrei. Non è il caso di ieri notte: è qualche giorno che so di cosa ho bisogno, cosa voglio. Sapevo anche che sarebbe successo esattamente in questa situazione.

Vivo senza dubbi, oggi con un po' meno di tensione sulle spalle. La calma mi è necessaria, soprattutto in questi momenti cruciali per la determinazione del futuro della Blue Sun e, conseguentemente, del mio. Ho tanto lavoro da fare, e si tratta di lavoro delicato, da coordinare con Evah Adams. La sua ambizione è grande, a volta le fa avere troppa iniziativa: va controllata.

Sono in grado di farlo. Sono in grado di portare avanti questa cosa come nessun altro potrebbe, perché sono tra il meglio che il mercato del lavoro può offrire. La consapevolezza è il primo passo, elimina l'umiltà inutile e permette di guardarsi senza veli - un po' come sapere che una supernova non è che elio e idrogeno, polveri e gas). So quali sono i miei punti deboli: il mio prestigio non è ancora solido, su Horyzon rimango una straniera e non sono mai stata sufficientemente in grado di adulare le persone, forse per un problema di orgoglio. la Adams mi serve a questo, a riempire i miei vuoti.

Se ci riuscirò, sarà una volta storica. E porterà il nome Khan impresso sopra.

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