11/03/12

Controllo


Non ho mai posseduto una pianta vera e propria.

Fiori, perlopiù. Uomini che mi hanno sempre mandato fiori colorati di toni accesi ed eccentrici, dal profumo quasi nauseabondo. Appassiscono sempre in pochi giorni, quelli naturali. Quelli sintetici mi osservano dalle scrivanie, dai tavolini, dai davanzali delle finestre. Li tengo di solito finché non ricevo la persona che me li ha donati, facendoli buttare poi alla mia segretaria.

Questi hanno qualcosa di diverso. Hanno delle radici nella terra del vaso, innanzi tutto, e un aspetto più discreto. Suppongo richiedano un certo tipo di cura. Dell'acqua, della luce. Regalare una pianta autentica vuol dire regalare un impegno quotidiano.

C'è qualcosa, in quell'uomo, che trovo degno della mia attenzione. Non è uno status sociale, una posizione lavorativa particolare, un ascendente in qualche campo di mio interesse. Non è neanche un'affinità, una comunione di vedute: è distante da tutto ciò che mi compete, dal tipo di vita che ho scelto, dal mio approccio al mondo intero. Non è un interesse sentimentale.

Eppure c'è qualcosa. L'intelligenza, forse. Il fatto che lo trovi del tutto inadatto all'angolo nel 'Verse che si vuole ritagliare. Il potenziale sprecato mi infastidisce, quando non è quello di miei possibili nemici.

"Perché si controlla sempre?"
"Un mio errore potrebbe valere milioni di dollari"
"A volte la perdita del controllo apre le porte della libertà"
"Ma io non mi sento meno libera. Sto ottenendo esattamente ciò che voglio."
"Ha mai perso tutto, Declan?"
"No."


No. Mai.

Nessun commento:

Posta un commento