04/11/12

blondie runs like hell

Seduto per la prima volta in vita sua sul sedile posteriore di una macchina di lusso e con una manciata di capelli bianchi in più di quando erano partiti, David Rothman guardò con estremo sollievo il trentenne biondo scendere dalla macchina e salutare Declan Khan. Ci mise un po' a realizzare di non essere più in pericolo ma, quando lo fece, lasciò le maniglie interne degli sportelli che aveva afferrato con tanta veemenza in attesa di un incidente e uscì dalla macchina vagamente barcollante, facendo il giro da dietro e aprendo la porta a Declan Khan, in modo che potesse tornare sul sedile posteriore.

"Si sente bene, mister Rothman?" chiese lei sorridendo, e Dave fu sicuro di sentire un intento canzonatorio nel suo tono di voce.
"Il suo amico... corre molto, miss Khan"
"Immagino di sì. Abbia pazienza, l'onda adrenalinica... del resto ha passato la serata a sfondare muri"

Sembrava preoccupantemente letterale. Dave non fece altre domande, si assicurò che Khan fosse uscita e rientrata in macchina e chiuse lo sportello di dietro, tornando al posto di guida. Prima di sedersi in macchina si sistemò la cravatta, cercando di recuperare un certo tono.

"La porto a casa?"
"Suppongo di sì... che ore sono?"
"Le tre e dodici, miss Khan"
"Così tardi?"
"Temo di sì"
"Direi a casa, allora. E' stata una giornata stancante"


Dave mise in moto e si propose di andare piano piano. E così fece: fu un viaggio estenuantemente lungo e incredibilmente sicuro, fino sotto l'alto grattacielo dove viveva lei.

"Buonanotte, mister Rothman"
"Altrettanto, miss Khan. A che ora vengo a prenderla domani?"
"Alle otto, come sempre. Se non ci sono problemi."


Dave guardò l'orologio della macchina. Segnava le tre e cinquanta.

"Nessun problema, miss Khan"

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