Come in here, dear boy, have a cigar.
You're gonna go far, fly high,
You're never gonna die,
you're gonna make it if you try
they're gonna love you
You're gonna go far, fly high,
You're never gonna die,
you're gonna make it if you try
they're gonna love you
Charlotte Alcot è fuggita con un accompagnatore della Shouye rinnegato. Laughter si è preso un congedo fino a data da definirsi. Ho incontrato Quinniperseliys Thomson per totale caso a bordo di questa stessa nave, con i piedi scalzi. Fa la macchinista e ha iniziato a lavorare in un ranch, il Black Oak della Buffalo County di Greenfield. Tre vice-Ceo, ognuno con le sue particolari qualità, che hanno lasciato la Blue Sun. Due su tre che hanno deciso di ritirarsi dal mondo civile. Bruciati, probabilmente irrecuperabili.
Declan Khan prese un altro profondo tiro di fumo. Era una sigaretta al mentolo, di quelle sottili che comprava nel Core. Indossava abiti per lei insoliti e aveva i capelli sciolti. In piedi sulla catwalk della Monkey Wrench, guardava la stiva. Teneva i gomiti poggiati sulla balaustra e si concedeva una posa più rilassata del solito. L'aria del rim, forse. Poggiò gli occhi sulla donna che si aggirava nella stiva, sotto di lei. Le parve inquieta.
Niente tuta, oggi. Una persona particolare, inquadrata imperfettamente. Non ha partecipato alla guerra, ma ha qualcosa di marziale nel modo di porsi. Cerca da me conferme e ordini come farebbe un militare, e non si muove prima di averli ricevuti. Quando sta ferma, in piedi, sembra stare a riposo. Come i militari, non contraddice mai i suoi superiori: quando le parlo ho la continua, netta sensazione che mi assecondi, che si preoccupi di non contraddirmi. Ha anche qualcosa di vagamente vanesio. Nel modo in cui ancheggia e nell'ossessione verso quell'abito nero che la riveste come una seconda pelle. Nel non legarsi i capelli, anche. Dovrei conoscerla meglio, anche se la sua storia personale non pare interessante. Conflitti col padre. Comune.
Fece un altro tiro. La salutò con un cenno del capo calmo, tornando a scorrere la stiva con gli occhi. Il capitano era quasi arrivato alla fine del suo sigaro. Si passò la lingua nell'interno della guancia, ascoltandone le parole filodiffuse in tutta la nave.
Sembra un po' più vecchio, un po' meno sereno. Ha un paio di rughe d'espressione in più, ma pressapoco lo stesso odore che ricordavo. Forse è il legame emotivo che ha con questo pianeta. Forse non è solo quello, non saprei dire con precisione assoluta. Leggermente incerto, all'inizio, privo della sicurezza che ricordavo sua. Addirittura a disagio, per un attimo. Meglio, poi. Molto. Il sigaro che ha tra i denti è uno di quelli. Devo tornare da lui prossimamente, vedere se cambia e se è cambiato. Se è un uomo diverso. Sarebbe interessante capire cosa gli è successo, in questi mesi, e valutare come ha influito sul carattere. Ritter potrebbe essere in questo senso d'aiuto, ma ho poca voglia di espormi. Devo considerare meglio.
Si mise dritta. Poggiò i palmi delle mani sulla balaustra con la sigaretta che ancora le fumava tra le dita e osservò fuori, un'ultima occhiata al suolo di Shijie prima che la rampa fosse del tutto sollevata e il portellone a chiusura stagna sigillato.
Tre secoli fa, trent'anni fa, tre anni fa: ciò che stiamo per fare su queste terre sarebbe stato considerato un miracolo, un'opera di Dio. Tre anni è il tempo che è servito per far passare dall'area d'influenza del divino a quella dell'umano. Dello scientifico. E' questo il tempo in cui vivo: l'era in cui l'uomo ha superato Dio. E io sono al suo centro esatto. Ventimila dollari, una nave da trasporto e poche settimane: oggi non ci serve nient'altro per far resuscitare decine di ettari di terra morta oltre ogni dubbio.
Il ragazzo intimo con la Krushenko: Joe Black. L'altro giorno ha detto che ciò che è morto deve restare tale. Che non bisogna giocare a fare Dio. L'idea che vita, morte e resurrezione siano prerogative di entità astratte è tipica di chi non conosce la storia. L'ingegneria aerospaziale ha costruito le arche che hanno permesso all'umanità di continuare a sopravvivere, nonostante la sua prima culla stesse morendo - dalla stessa umanità uccisa -. Lo studio della geologia e della terraformazione ha reso possibile rendere ospitali pianeti su cui altrimenti non avremmo potuto mettere piede. Il diserbante chimico e le armi di distruzione di massa hanno sepolto sotto metri di detriti e cenere terreni un tempo fertili. Mondi interi. E adesso il fertilizzante Blue Sun darà nuova vita a quegli stessi mondi.
La scienza dà come la scienza toglie, in un ciclo continuo. Abbiamo sottratto potere alla natura. Nel mio secolo esiste un solo Dio, ed è quello che prende forma nelle mie stesse mani.
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