19/11/12

i'll prove you wrong


- Lei quindi crede che nessuno che la circonda sia capace di azioni disinteressate.
Declan si distrasse dalla collezione di bassi cactus sintetici poggiati sul davanzale della finestra dello studio. Sedeva al centro di un largo divano in finta pelle, perfettamente a colore con il suo abito nero. Teneva le gambe accavallate e le mani poggiate sul ginocchio superiore.

- Io non credo che nessuna creatura vivente sia capace di azioni disinteressate.

Lo corresse con calma.

- I benefattori, i ricercatori medici, i soldati che partono volontari per andare al fronte...


Declan sorrise, e scosse con leggerezza il capo.

- Non può essere così naive.
- Mi spieghi.
- La coscienza pulita, la fama e i riconoscimenti, l'onore e la gloria.
- Quindi un'azione interessata può essere ugualmente una buona azione.
- Se vuole essere così manicheista. L'egoismo viene normalmente classificato come una spinta dell'animo negativa.
- Allora una madre che rinuncia alla carriera e a uno stipendio gonfiato per prendersi cura dei figli e della famiglia.
- Lei è un terapeuta. Cosa ne pensa?
- Vorrei sapere cosa ne pensa lei.


Riportò gli occhi gelidi sulla fila di cactus. Piante facili da curare, soprattutto nella loro versione artificiale.

- Fare un figlio è in sé un atto di egoismo. Di arroganza anche, volendo. Si decide di concepire per soddisfare esigenze biologiche ed evolutive. Circa l'ottanta percento dei genitori crede di avere un figlio speciale rispetto agli altri suoi coetanei, mentre due genitori su tre si definirebbero genitori più capaci della media. I soli numeri di queste statistiche suggerirebbero il contrario.

Si interruppe un momento. Continuava a guardare le piante.

- Le persone fanno figli perché sono convinte di poter inserire loro stessi in una persona e poi vederla essere di nuovo giovane, possibilmente arrivare più lontano di quanto loro stessi hanno fatto. E' un semplice atto di prepotenza.
- Ne è convinta?
- Fosse altrimenti, non l'avrei appena detto. Lo stesso affetto che nutriamo per le persone è proporzionale esclusivamente a quanto quelle persone ci servono per determinati scopi. Possiamo esserne consapevoli o può essere una spinta inconscia, ovviamente. Ciò non toglie che sia la realtà dei fatti.
- Lei è sempre molto definitiva nei suoi giudizi sulla razza umana, miss Khan.
- Avere aspettative realistiche mi aiuta a controllare l'umore.
- Ha più avuto attacchi d'ira, dall'ultima volta? Riguardava il lavoro, se non sbaglio. Un suo progetto andato distrutto per l'incuria del team che ha riacquisito di recente.

Declan non disse niente. Ci fu uno spasmo impercettibile sulle sue labbra e un busco cambio di direzione del suo sguardo, che si fece più acceso, più aggressivo.

- Vuole parlarne?
- No.
- D'accordo. Ha mai frequentato qualcuno per scopi puramente ricreativi?
- Sì, molte persone.
- E il suo rapporto con loro era interessato?
- La sua prima domanda contiene già la risposta, non trova?
- E quindi ogni suo rapporto con anima viva, lei ritiene, è stato interessato.
- Sì.


Rispose subito, senza aver bisogno di pensarci.

- E' la prima volta che affrontiamo questo argomento. E' successo qualcosa di particolare che l'ha portata a pensarci?
- Sì. Un uomo che mi corteggia in modo blando mi ha invitato di recente a prendere qualcosa da bere. Un militare. Mentre cenavamo, ha cercato conferma di alcune informazioni che non so bene dove abbia potuto prendere. Riguardanti il giro di affati della Blue Sun Capital City.
- L'ha infastidita?
- No, direi di no, anzi. Mi ha permesso di inquadrarlo meglio.
- E' un uomo che le interessa?
- Non particolarmente. E' un soldato ligio al dovere, piuttosto ordinario.
- Quindi cos'è che lei vuole da lui?
- Qualcosa di simile a ciò che lui vuole da me. Un contatto.
- Solo perché la maggior parte delle persone che conosce è interessata, non vuol dire che tutte le persone che incontrerà in futuro lo saranno.

Lei sorrise di nuovo e portò gli occhi su di lui, pieni di un sarcasmo caustico.

- Tutti vogliono qualcosa da me.
- Forse in questo caso è lei a peccare in arroganza.
- Perché? Vengo qui una volta alla settimana. Delle persone di cui le ho parlato, sa indicarmene una non perfettamente inseribile in questo schema?
- I suoi due cani.
 
Il terapeuta sorrise piano, con scherzoso buonismo.

- Niente che non possa sostituire con qualche miglioria al sistema di sicurezza della mia abitazione.
- Sono sicuro che i suoi cani significhino per lei qualcosa di più.

Lei rispose al sorriso freddamente, continuando poi a parlare con pacatezza fino alla fine della seduta.



* * *


Tre ore dopo, tornata ormai a casa da diverso tempo, Declan Khan buttava la spazzatura lungo il condotto di smaltimento rifiuti che andava dal suo piano - occupato esclusivamente da casa sua - al box di tritatura e smaltimento rifiuti che serviva l'intero grattacielo. Oltre al suo sacchetto settimanale di secco, quella sera spinse con una certa fatica giù dal condotto anche due sacchi biodegradabili più grandi e più pesanti, che a malapena era riuscita a sollevare. Sentì il rumore di risucchio del condotto. Poco prima, aveva scelto tra le varie opzioni offerte dal pad selettivo "rifiuti organici".
- Devo trovare un nuovo terapeuta - considerò asciuttamente. Quindi tornò in casa per farsi una doccia.

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